LO STEMMA ARALDICO DI JULIE PAYETTE ASTRONAUTA, GOVERNATRICE DEL CANADA E INGEGNERE SPAZIALE

Quando ho scoperto online lo stemma dell’Astronauta canadese Julie Payette ne sono rimasta profondamente affascinata, perché rispecchia perfettamente la mia idea di un’Araldica al passo con i tempi. Sono pochi, in effetti, gli Araldisti capaci di fondere e interpretare le istanze del presente con quelle del passato senza snaturare o rendere obsoleta l’Arte del Blasone. Cercando maggiori informazioni e studiando la genesi di quest’arma la mia ammirazione è cresciuta a dismisura per ben quattro ragioni diverse che lo rendono assolutamente eccezionale e innovativo pur restando nell’alveo della tradizione. 

1) È L’ARMA PERSONALE DI UNA DONNA, ASTRONAUTA, GOVERNATRICE NONCHÉ, INGEGNERE SPAZIALE

Ogni paese ha sviluppato regole proprie riguardanti l’araldica femminile a causa del diverso ruolo sociale e culturale in cui le Donne sono state relegate in passato. Molto raramente, infatti, le Donne riuscivano a ottenere armi personali in concessione, che potevano poi trasmettere alla famiglia e ai figli1, un caso per tutti: Giovanna D’Arco. In generale le Donne usavano le armi paterne combinandole o sostituendole con quelle della Famiglia del marito e utilizzavano scudi di forma diversa da quella degli uomini (losanghe, ovali, ecc.2). In molti paesi in cui esiste ancora una autorità araldica legalmente riconosciuta è ancora così, con qualche “ammodernamento matrilineare”, ma in Canada, dove le leggi sull’uguaglianza dei sessi si riflettono anche nelle regole araldiche le Donne possono ottenere un’arma personale, trasmetterla ai figli, ereditarla e mostrarla su uno scudo di qualsiasi foggia, dal gotico alla losanga compresa.

Se infatti un tempo si poteva sostenere che la guerra fosse una attività esclusivamente maschile (eccezion fatta per per quelle poche Eroine che difesero i loro Regni armi in pugno) oggi giorno le cose non stanno più così e molti eserciti del Mondo vantano Donne nelle Forze Armate.

Esempio perfetto di Donna Contemporanea che può ricoprire qualsiasi ruolo è Julie Payette. Il suo curriculum è talmente impressionante che non mi esimerò dal riportarlo tutto: «Prima di diventare Governatore Generale, Julie Payette è stata astronauta, ingegnere, emittente scientifica e direttrice aziendale. Selezionata come astronauta dell’Agenzia spaziale canadese nel 1992, Payette ha volato in due missioni dello space shuttle della NASA verso la Stazione Spaziale Internazionale, STS-96 nel 1999 e STS-127 nel 2009. È stata la prima canadese a visitare la stazione e in totale ha registrato più di 25 giorni nello spazio. Per molti anni ha lavorato anche come CAPCOM (Capsule Communicator) presso il Mission Control Center della NASA a Houston, in Texas, ed è stata capo astronauta per l’Agenzia spaziale canadese. È molto rispettata per il suo lavoro nello sviluppo di politiche per promuovere la scienza e la tecnologia. Dal 2011 al 2013, ha lavorato come studiosa presso il Woodrow Wilson International Center for Scholars a Washington, DC, ed è stata nominata autorità scientifica per il Quebec negli Stati Uniti. Tra luglio 2013 e ottobre 2016 è stata Chief Operating Officer del Montréal Science Centre. È attiva anche in molteplici aspetti della comunità con programmi brevi di divulgazione scientifica su Radio-Canada ed è membro dell’Advisory Board della Facoltà di Ingegneria della McGill University. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione della Montreal Science Center Foundation, Robotique FIRST Québec, Drug Free Kids Canada e del Montreal Bach Festival. Ha lavorato a lungo nel consiglio di amministrazione di Own The Podium, un’organizzazione di sovvenzioni dedicata allo sport ad alte prestazioni in Canada, ed è stata recentemente nominata membro della Commissione Internazionale delle Donne nello Sport del Comitato Olimpico. È stata direttrice del Développement Aéroport Saint-Hubert de Longueuil e della National Bank of Canada. È membro dell’Ordine degli ingegneri del Québec e membro dell’Accademia internazionale di astronautica. Ha conseguito un Baccalaureato internazionale presso lo United World College of the Atlantic nel Regno Unito, un Bachelor of Electrical Engineering presso la McGill University e un Master of Applied Science in Computer Engineering presso l’Università di Toronto. Può conversare in sei lingue, possiede una licenza di pilota commerciale ed è un administratrice de sociétés certifiée (ASC è equivalente alla designazione dell’Institute of Corporate Directors, Director [ICD.D]). Vincitrice di numerosi riconoscimenti e 28 lauree honoris causa, è stata investita dell’Ordine del Canada nel 2010, la più alta onorificenza concessa dal Canada ed è Cavaliere dell’Ordre National du Québec3.»

2) LO STEMMA È STATO PROGETTATO DALLA PRIMA DONNA CAPO ARALDO DELL’AUTORITÁ ARALDICA CANADESE.

Se un tempo la concessione di stemma a una donna era cosa rara, l’idea di un Capo Araldo Donna non era neanche lontanamente concepibile. In Canada anche questi pregiudizi sono stati superati dalla meritocrazia. Lo stemma di Julie Payette è stato progettato dalla prima Donna nominata Capo Araldo nel Commonwealth, Claire Boudreau, considerata uno degli studiosi più illustri del mondo araldico. Purtroppo ho appreso con profondo dispiacere che una persona così straordinaria è venuta a mancare nel 2020 a soli 55 anni, motivo per cui è ancora più importante ricordare il suo percorso. Claire è entrata a far parte dell’Autorità araldica canadese come Saguenay Herald nel 1997 dopo aver completato un dottorato alla Sorbona, a Parigi, sotto la supervisione di Michel Pastoureau, uno dei più famosi studiosi al mondo di simbologia medievale, conosciuto per i suoi lavori sull’Araldica e sulla storia del colore 4. Servendo come Saint-Laurent Herald (2000-2007), Deputy Chief Herald (2005-2007) e infine Chief Herald of Canada (2007-2020), è stata nominata anche Margaree-Chéticamp Herald Emeritus nel 2020. La sua influenza sull’araldica canadese è stata immensa, ma ha dato anche notevoli contributi a livello internazionale e ha avuto il primato di essere sia la prima donna a essere nominata Capo Araldo del Canada che la prima donna Capo Araldo nel Commonwealth. Nota come autrice e docente, ha avviato il primo registro pubblico online di armi, bandiere e distintivi del Canada. Come Capo Araldo è stata responsabile di molti design araldici meravigliosamente innovativi, come quello della governatrice Julie Payette, ma anche del suo stesso stemma, a cui dedicherò un articolo a parte.

3) LA SUPERVISIONE E REALIZZAZIONE DELL’ARMA È STATA AFFIDATA A DUE DONNE, LE PRIME A CAPO DEI RISPETTIVI UFFICI ARALDICI CANADESI.

Lo stemma è stato supervisionato da Cathy Bursey-Sabourin, la prima Donna a ricoprire il ruolo di Fraser Herald, l’Artista Supervisore dell’Autorità Araldica Canadese nel Commonwealth. La realizzazione pratica è stata invece affidata a Catherine Fitzpatrick, il Coppermine Herald, cioè l’Artista esecutrice della realizzazione pittorica. Da un articolo del 2015 dell’Heraldry Gazette, the newsletter of the English Heraldry Society apprendiamo che il Canada, all’epoca, vantava ben 4 ufficiali araldici Donna, un vero primato per il Mondo Araldico. Ad affiancare Claire Boudreau, Cathy Bursey-Sabourin e Catherine Fitzpatrick c’era infatti anche Manon Labelle, con il titolo di Miramichi5 Herald, specialista in storia giuridica medievale e amministratrice del registro pubblico online6.

4) L’ARMA RISPETTA LA TRADZIONE MA LO STEMMA RIESCE AD ESSERE CONTEMPORANEMANETE MODERNO E INNOVATIVO

Sono pochi gli Araldisti capaci di fondere e interpretare le istanze del presente con quelle del passato senza snaturare o rendere obsoleta l’Arte del Blasone. La progettazione di un’arma inizia sempre con una “investigazione” sulla storia personale del committente: radici, storia familiare, percorso, ambizioni e desideri. Claire Boudreau ha messo insieme informazioni, articoli e interviste su Julie Payette scegliendo il suo distintivo da astronauta come elemento da cui iniziare a costruire l’arma. Tradizionalmente, infatti, agli esploratori spaziali canadesi viene richiesto di progettare, per il loro primo viaggio, un distintivo d’onore personale da applicare all’uniforme sotto forma di grossa patch ricamata. In esso devono essere rappresentati i valori e le ambizioni dell’astronauta in modo da aiutarlo a mantenere una connessione con le sue radici durante la lunga permanenza nello Spazio7. Il Badge della Payette è stato realizzato dall’Artista canadese Gérard Dansereau. Vi è rappresentato un razzo rosso che viaggia nello spazio azzurro, dalla terra alle stelle, trasportando al suo interno una stella, una nota musicale, una mezzaluna e una rosa, mentre un gatto azzurro passeggia al suo esterno sulla carlinga8. I colori prevalenti sono l’oro, il rosso, l’argento e l’azzurro. Il razzo rappresenta la Payette che porta con sé i suoi ideali e ciò che ama, ma anche la capacità della razza umana di trascendere i propri limiti.

Esiste un video intitolato Behind the scenes of the creation of Julie Payette’s coat of arms in cui Claire Boudreau spiega il suo processo creativo lasciando ai posteri una testimonianza unica e inestimabile sulla complessità del lavoro degli Artisti araldici e sulle loro competenze, a partire dalla progettazione alla realizzazione di un’Arma.

Vediamo adesso di analizzare le figure che compongono l’arma e gli ornamenti esterni9.

L’ARMA

Figura centrale dell’arma è l‘ala bianca al centro accostata dalla corona reale. Si tratta di un chiarissimo riferimento all’esplorazione dello spazio, alla libertà e alla volontà di spingersi oltre i propri limiti, ma «l’ala trasmette anche la forza e la sicurezza dei legami familiari, come gli uccelli che proteggono i loro piccoli». C’è qualcosa di speciale nel vedere come una figura araldica così semplice e antica possa continuare a rappresentare simbolicamente concetti e attività più complesse e contemporanee. La corona è invece un richiamo al ruolo di 29° Governatore Generale del Canada e quindi di Vicerè rappresentante la Monarchia del Commonwealth presso le istituzioni canadesi, nominato su indicazione del Primo Ministro.

L’ELMO

Anche gli ornamenti esterni mostrano come l’araldica possa adattarsi ai tempi moderni ed evolvere in un Mondo che cambia, ma che nonostante tutto continua ad aver bisogno di valori e simboli che lo rappresentino e a cui radicarsi. Al posto del classico elmo abbiamo infatti un elmetto, in specifico un casco da astronauta che rappresenta non solo il suo status militare, ma anche la ricerca della conoscenza oltre il mondo che conosciamo.

IL CIMIERO

Il casco è sormontato da un cimiero in forma di pentagramma musicale con le prime note del secondo movimento del “Concerto per oboe in re minore” del compositore Alessandro Marcello. Il pentagramma simboleggia la passione e l’amore di Payette per la musica, soprattutto del periodo Barocco. Prerogativa della Musica è sempre stata, infatti, quella di far volare il pensiero spingendo la mente e il cuore a elevarsi oltre i suoi limiti, unendo le persone.

I SOSTENGI

La Boudreau ha scelto due linci canadesi come figure per sorreggere l’arma. Le ha identificate osservando il modo franco e diretto di guardare le persone della Fayette, ma anche la sua capacità di agire con forza e discrezione nel suo ambiente e infine per le sue doti fisiche da astronauta. Le linci indossano colletti decorati con stelle e foglie di alloro. Le stelle sono un richiamo alla sua “passione”, mentre l’alloro, che in francese si dice laurier, è un sottile e tenero riferimento al nome del figlio.

IL TERRENO

In araldica un’arma può poggiare su un terreno oltre che essere sostenuta dai figure laterali. In questo caso il ground è veramente la Terra, il nostro pianeta azzurro, senza confini, visto con gli occhi di chi ha potuto ammirarlo dallo Spazio.



LE ONORIFICENZE

Appese all’Arma troviamo le Onorificenze ricevute da Julie Payette, quella di Companion of the Order of Canada (di cui è stata anche Chancellor) e quella di Knight of the National Order of Quebec.

IL MOTTO

Al di sotto della Terra c’è la pergamena con il motto PER ASPERA AD ASTRA. Tradotto dal latino significa “attraverso le Difficoltà (giungeremo) alle Stelle”. Non è solo il motto scelto da Payette per simboleggiare il suo faticoso e periglioso viaggio personale per diventare Astronauta e raggiungere davvero le Stelle, ma è anche la massima scelta da tutto l’equipaggio per ricordarsi di non mollare mai, soprattutto a migliaia di KM dalla Terra perché «c’è speranza in ogni situazione, dobbiamo solo cercarla».

IL SIGMA

Terminiamo questo articolo con un’ultima curiosa “figura” che non per caso spicca alla base dello stemma, come una sorta di ponte tra la Terra e il Cielo. Si tratta di un sigma maiuscolo (Σ) utilizzato con valore simbolico in alcuni contesti della matematica. Qui indica la funzione sommatoria che si fa metafora di un concetto caro alla Payette, ovvero che il progresso dell’Umanità si fonda sulla scienza e sulla cooperazione pacifica di Tutti i Popoli come Lei stessa ha affermato nel primo discorso da Governatrice: «sono un’ ottimista ma anche una persona pragmatica. Era chiaro, con il successo della Stazione Spaziale Internazionale, che possiamo fare molto meglio insieme che da soli. […] In qualche modo, la Stazione Spaziale Internazionale, ma anche la grande scienza ci porta, ci costringe a pensare non solo in un microcosmo di nazionalità, ma a pensare in termini di cosa potremmo fare per far avanzare le cose e per spingere i confini della scienza come partner in uno spirito collettivo, e con un intento pacifico».

Con una semplice lettera greca Claire Boudreau ha dunque ribadito e sintetizzato gli ideali che la Payette ha maturato nella sua esperienza da Astronauta e che poi ha trasferito nella sua attività politica, mostrandoci ancora una volta l’incredibile lavoro di ricerca, interpretazione e sintesi che gli araldisti sono chiamati a svolgere per dare forma a uno stemma, scegliendo poche e semplici figure ricche di significati personali e simbolici.

AUTORE: ARTHEA, Elena Frasca Odorizzi
2 Ottobre 2022

*** 

NOTE

1 Anna Esposito, Anna Cavallaro, Andreas Rehberg: Aspetti araldici delle sepolture femminili romane del Rinascimento. In: Donne di Pietra. Immagini, vicende, protagoniste delle sepolture romane del Rinascimento: una ricerca in corso = Mélanges de l’École Française de Rome. Moyen-Âge 127,1 (2015), pp. 35–46 (URL: https://mefrm.revues.org/2595).

2 Sugli Scudi Femminili https://www.pittorearaldico.it/stemmi/le-forme-e-le-partizioni-degli-scudi/ da Il Blasone delle Dame di Goffredo di Crollalanza, in La Margherita Strenna Araldica per il Gentil Sesso compilata dal Conte Prospero Arlotti , ANNATA 1876. (dal Sito del CNI Corpo Nobiliare Italiano)

5 Segnaliamo, per curiosità, che i rispettivi titoli degli Araldi derivano dai fiumi canadesi.

7 https://www.macleans.ca/multimedia/photo/patch-work-badges-of-honour-for-canadas-space-explorers/

8 http://www.collectspace.com/news/news-100617a-astronaut-julie-payette-coat-arms.html

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